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"A volte si può avvertire l'intimo mistero della poesia lasciandosi trasportare dalle parole in quella visione capace di interpretare l'ineffabile nulla ed il tempo nella prospettiva del mondo e dell'eternità. S'intravede in quei vicoli,percorsi da un freddo eco incrinato, un profilo nell'incerto mimare dell'ombra, che come affilate dita sprofonda nella notte e scava una carezza nei rugginosi brandelli e nei mesti fruscii di grigiori elettrici; ora socchiusi come l'attesa intorpidita, ora fiochi di brina. Tremore e timore, dove pian piano vengono dipinti contorni di strada, ombre crepate e voci rugose, incastonate in squarci cerulei che sembrano volti, chiusi nell'albore metallico dei neon, dormienti e rassegnati a farsi cosa fra cose, in balia della marea e del respiro di una pallida luna." (Emanuele Martinuzzi)